1920. Luigi Pirandello fa ritorno in Sicilia in occasione del compleanno dell'amico Giovanni Verga; giunto nella nativa Girgenti, scopre che la sua anziana balia Maria Stella è appena morta. L'autore decide di organizzarle un ricco funerale, per il quale assolda Sebastiano ("Bastiano") Vella e Onofrio ("Nofrio") Principato, due equivoci becchini. Non riconoscendolo, i due gli rivelano di essersi imbarcati nell'impresa di allestire uno spettacolo di teatro amatoriale con una sgangherata compagnia di paese. Pirandello, intanto, è tormentato dai "fantasmi" dei personaggi che vorrebbe impiegare in un nuovo spettacolo, al quale non gli riesce di lavorare a causa di una forte crisi creativa, dovuta principalmente alla pazzia di sua moglie. I due becchini sono invece alle prese con le rispettive situazioni familiari: Nofrio vive un matrimonio infelice con la figlia del suo datore di lavoro, da cui ha ereditato l'impresa di pompe funebri; Bastiano, scapolo, ha l'ossessione di tenere sua sorella Santina lontana dagli uomini e trova conforto nelle prostitute del bordello locale. A tutto questo si aggiungono i traffici di un impiegato comunale (che finirà per ritardare oltremodo il funerale di Maria Stella) e l'incompetenza degli improvvisati attori della compagnia. Man mano che l'allestimento del dramma va avanti, Pirandello si interessa sempre di più alle bizzarre avventure dei due becchini, che gli donano nuova ispirazione.