Alex è un tecnico del suono impegnato nelle riprese di un documentario dal titolo Eroi dimenticati che vede fra i protagonisti una suora martire. Il documentario è narrato in video da Laura, che sembra avere una cotta per Alex e cerca con un certo successo di farlo capitolare. Mentre controlla l'audio delle riprese il giovane uomo si accorge di alcune voci che lo chiamano per nome e pronunciano parole per lui incomprensibili. Nel tentativo di capirne il senso e la provenienza Alex si imbatte in uno scienziato giapponese che ha fatto parecchi studi su certe voci che sembrano provenire dall'Aldilà, coadiuvato da una donna che ha ascoltato quelle voci in passato. A poco a poco per Alex riemergono anche i ricordi di un'infanzia problematica trascorsa in un orfanotrofio insieme a due amici: Daniel, misteriosamente scomparso, e Amanda, che si ripresenta dopo decenni di lontananza.
Bruno si dimostra come sempre abile nel creare atmosfere di genere ispirate ai grandi del passato, da Lucio Fulci, cui è dedicata la sequenza iniziale all'interno del cimitero, a John Carpenter. Ma l'aderenza ai topos del genere è tale che molti passi della trama risultano prevedibili e il comportamento dei personaggi sembra non tenere conto del fatto che anche gli spettatori, soprattutto gli amanti dell'horror, hanno una conoscenza approfondita dei suoi meccanismi narrativi.
Se dal punto di vista registico infatti c'è molta cura dei dettagli e una padronanza nel dominare il genere con un approccio piacevolmente "vecchio stile", così come se la fotografia fortemente contrastata di Rocco Marra crea una cifra stilistica ben definita, la narrazione eccede in ripetizioni e sottolineature e le implausibilità crescono con il procedere della trama.